Gianni Colangelo

GIANNI COLANGELO

Location: Italy

Gianni Colangelo MAD si può definire un artista eclettico. La sua estrema fantasia gli permette di spaziare in tanti e svariati campi senza divenire banale. Con l’uso delle mani, ma soprattutto dell’intelletto è in grado di creare ammassi di ferraglia che si trasformano in veri e propri soggetti che da un momento all’altro sembrano prendere vita. I suoi personaggi, abitanti di un universo parallelo, lo accompagnano nella vita e lo ossessionano al tempo stesso. Negli ultimi anni le sue opere sono divenute sempre più complesse perché la sua ossessione di donargli la vita lo ha portato all’inserimento di parti meccaniche e robotiche, che inducono l’opera a chiedere l’interazione con il fruitore.
La sua produzione artistica si fonda essenzialmente sul concetto di riuso e recupero del materiale. Il forte legame che ha con la sua terra e le tradizioni ad esso legate lo ha portato a fare del recupero la poetica della sua attività. Per non dimenticare le radici, caratterizzate da un popolo fatto di contadini e pastori, ha deciso di prendere ciò che resta di quel mondo ormai dimenticato per trasformarlo in qualcosa di nuovo, donandogli dignità e possibilità di dialogo con le generazioni a venire.
Il ferro recuperato da vecchie stalle e cantine ha in sé storie da raccontare che riemergono nell’opera finale. La ruggine diventa valore aggiunto, anzi componente fondamentale del pezzo stesso. Dietro quella zappa o pala che sia c’è il lavoro e il sudore di chi l’ha usato per anni come strumento di lavoro e unica fonte di sostentamento possibile in una terra che porta avanti sé stessa con coraggio. E’ questo che dà all’opera vera rilevanza.
Un diploma di conservatorio, una laurea triennale in Lettere e Filosofia, una specialistica in Decorazione all’Accademia di Belle Arti e un Master in Allestimento Spazi Espositivi non sono altro che un bagaglio che l’artista porta dietro di sé e riversa su tutte le sue creature. Mad lavora tra Pratola e Introdacqua, due Paesi dell’entroterra Abruzzese.

www.giannicolangelomad.com


Portfolio:

Gianni Colangelo MAD

Pendolo della Morte “Pendolo della Morte”

L'opera rappresenta una serie di teschi impilati l'uno sull'altro come fosse una sorta di spiedino. La base della scultura è costituita da una struttura che gli conferisce un movimento a pendolo non autonomo. Questo è un aspetto fondamentale dell’opera che, senza l’intervento dello spettatore, resterebbe incompleta. Ha componenti elettromeccaniche e l'attivazione avviene attraverso un pulsante che pigiato innesca un meccanismo di movimento a dondolo e crea un suono agghiacciante e metallico dato dai sonagli che appesi sulla base sfregano fra loro.
La figura del teschio costituisce per l’autore la massima rappresentazione del concetto di Morte, per cui nutre una sorta di timore reverenziale e di frequente appare nelle sue opere. L'idea del pendolo ha lo scopo di scandire il tempo che scorre, come a segnare e a ricordare attraverso il suono che produce il tempo restante ai vivi.

L'opera è visionabile qui ▶http://bit.ly/1FYWAPJ

L'Ultima Cena “L'Ultima Cena”

L’opera rappresenta un uomo nell’atto di consumare il suo ultimo pasto in quanto condannato.
Nel particolare lo vediamo seduto dinanzi ad un tavolo con i resti della cena e intento a brindare mentre tiene nella mano destra un boccale, presumibilmente pieno di vino (deducibile dalla bottiglia posta sul tavolo), mentre con l’altra saluta consapevole del fatto che sia arrivata la sua ora. Sulla spalla è poggiato un uccello con la testa d’avvoltoio che simboleggia la morte stessa.
La scultura ha come elemento fondamentale il movimento: apre e chiude la bocca accompagnato da un suono agghiacciante e al tempo stesso derisorio nei confronti della morte, come volesse beffarsi di lei. Alza e abbassa un braccio per brindare, l’altro per salutare. L’uccello, posto sulla sua spalla, gira la testa da destra a sinistra come a voler controllare e osservare la situazione generale.
Suono e movimento si attivano al passaggio del fruitore attraverso un apposito sensore. Questo per far in modo che lo spettatore arrivi di fronte all’opera impreparato a ciò che accadrà; vuole creare un sobbalzo nel fruitore.
Realizzata attraverso l’assemblaggio di metalli riciclati, con l’inserimento di parti meccaniche per permetterne il movimento.

L’opera è visionabile qui ▶http://bit.ly/1w0VBJI

La Morte “La Morte”

L’opera rappresenta uno scheletro umano, riprodotto attraverso l’assemblaggio di metallo riciclato, con in mano una falce e in stato di attesa. C’è un chiaro rimando alla raffigurazione classica della Morte, quella che leggenda narra si presenti un attimo prima di spirare per accompagnare il corpo del defunto. Lo scheletro è riprodotto fedelmente, in tutte le sue parti anatomiche, ed ha le misure di un bambino. E’ dotato di luci al posto dei bulbi oculari, che si accendono in concomitanza ad un suono che emette una sorta di ghigno derisorio. La bocca del teschio si apre e si chiude simulando una sorta di risata.

L'opera è visionabile qui ▶http://bit.ly/1ThnNqT

Macchina Infernale “Macchina Infernale”

L’opera dal titolo Macchina Infernale rientra nella serie delle sculture cinetiche. Rappresenta una testa di diavolo (facilmente comprensibile dalle corna) di grandi dimensioni che apre e chiude la bocca ed ha come occhi due fari di bicicletta che si illuminano.
L’opera è azionata da una manovella che, girata in senso antiorario, mette in moto la scultura tramite catene e corone di bicicletta. La luce degli occhi è generata attraverso delle dinamo messe in funzione da una ruota che gira.
L’idea di realizzare una scultura che non necessiti dell’elettricità per muoversi scaturisce dal desiderio dell’artista di far interagire i fruitori, rendendoli quindi il vero motore dell’opera. Azionandola, una serie di campanelli collocati sugli ingranaggi, crea un richiamo sonoro considerabile piuttosto fastidioso (“un suono infernale”) ed hanno lo scopo di richiamare l’attenzione dei presenti. La scelta di inserire campanelli, in particolare quelli utilizzati per le pecore, non è casuale ma vuole essere un richiamo alla terra, alle origini e alle tradizioni della regione in cui l’artista vive.

L'opera è visionabile qui ▶http://bit.ly/1C3n1Tm

L'Ultimo Muggito Prima del Macello “L'Ultimo Muggito Prima del Macello”

L'opera rappresenta il teschio di una mucca realizzato attraverso l'assemblaggio di metallo riciclato che attraverso delle componenti elettro-meccaniche, apre e chiude la bocca come ad emettere un muggito; nel contempo dalla scultura fuoriesce un suono a tempo cadenzato (un muggito), per permettere al fruitore di ascoltare oltre al muggito anche il rumore sinistro degli ingranaggi che girano.
Come si evince dal titolo, ma anche dalla testa dell’animale che ha fattezze di teschio, l’opera ha come tema centrale la morte e in particolare rappresenta il momento che precede l'arrivo della mucca al mattatoio; è una sensazione che aleggia nell’aria nonostante la mucca sia ancora in vita e questo lo si capisce dal movimento e dal suono che emette e dalle luci degli occhi. L’animale è in uno stato di attesa ma percepisce quello che sarà il suo destino.
La scultura viene attivata dal fruitore attraverso un apposito pulsante che mette in funzione i movimenti della bocca e il suono, accende le lampadine posizionate nei bulbi oculari.
Ha al suo interno un temporizzatore, pertanto dopo trenta secondi la scultura si ferma nuovamente.

L'opera è visionabile qui ▶http://bit.ly/1YqcbkV

Equilibri Meccanici della Robotica di un Gallo “Equilibri Meccanici della Robotica di un Gallo”

L’opera rappresenta un gallo che, attraverso una manovella, si anima e si muove dando vita ad un meccanismo complesso di ingranaggi e contrappesi. La scultura è realizzata attraverso l’assemblaggio di metalli riciclati e si fonda sul concetto degli equilibri, come si evince dal titolo dell’opera. Per far sì che sia completa è necessario che il fruitore azioni la manovella. Azionando la scultura si possono notare tutti i movimenti che il gallo compie: alza la testa, apre il becco, chiude le ali, ecc.; il tutto viene accompagnato dal suono dei sonagli che fungono da richiamo per gli astanti.

L'opera è visionabile qui ▶http://bit.ly/1K7ptRi

La Voce del Diavolo “La Voce del Diavolo”

La Voce del Diavolo è un’opera che fa parte della serie delle sculture cinetiche elettro-meccaniche e rappresenta una testa di diavolo, deducibile dalle corna e dagli occhi infuocati, che effettua diversi movimenti: gira la testa da un lato all’altro, apre e chiude la bocca, muove la lingua dall’alto al basso e nel contempo emette un suono a metà fra una sirena e un verso stridulo e fastidioso. Gli occhi, formati dalle frecce di un vecchio motorino, si illuminano per far sì che sembrino infuocati. La scultura richiede l’interazione con il fruitore per essere attivata, infatti occorre pigiare il tasto rosso posto sulla base per attivarla e farla muovere. Il movimento è consentito da due motori, quello di un girarrosto ed uno ricavato da una stufetta alogena. Per me è fondamentale che il materiale utilizzato sia materiale di recupero, da un lato per l’aspetto ambientale ma soprattutto perché il ferro vecchio che utilizzo porta dietro di sé una storia da raccontare, fa parte della mia cultura e delle mie tradizioni perché proviene da attrezzature agricole e pastorali appartenute ai miei avi. La scultura ha al suo interno un temporizzatore, pertanto si spegne automaticamente al completamento del giro.

L'opera è visionabile qui ▶http://bit.ly/1CqQfkZ