I personaggi delle mie immagini sono come attori di una rappresentazione solitaria anche un po’ onirica, che nella sua apparente semplicità sembra essere senza tempo. Sono miniature di un quadro, Sono parte di una composizione che racconta una realtà fatta di gesti quotidiani, di abitudini consolidate.
Persone che si sfiorano ma che non s’incontrano mai,
E’ un’inquietudine che mi pervade in ogni istante della giornata, quasi a denunciare un’incapacità di esternare un potenziale comunicativo imprigionato dentro di me. Una calma, una quiete, un silenzio quasi assordante. Sono in attesa di qualcosa che scuota le mie certezze e le mie consuetudini che rendono cieco il mio sguardo e non mi permettono di vedere oltre.
Sono sicuro di vivere in un momento storico in cui la mia capacità di fare è enormemente superiore alla mia capacità di prevedere, per questo motivo vivo in uno stato confusionale in una specie di linea di confine dove le mie certezze cominciano ad essere in contrasto con qualcosa di nuovo che mi pervade ma che ancora non conosco, una specie di tempesta interiore che tarda a manifestarsi.
noi siamo gli attori di un cambiamento epocale, del quale ne siamo artefici e schiavi allo stesso tempo.